Tutti incollati al telefono ed è subito Fomo!

Pubblicato il :

21/11/2023

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Passeggiando per le strade della tua città, hai mai osservato le persone attorno a te?

Se l’hai fatto, avrai notato il 90% di loro, soprattutto giovani, con il capo chino sul proprio telefono. Tutti intenti a controllare notifiche, scrollare il feed o ricercare chissà cosa. 

La digitalizzazione della nostra vita ha portato sempre più ad una dipendenza da smartphone e ad un fenomeno sociale che sta coinvolgendo tutti indistintamente, ma in particolar modo gli adolescenti: la FOMO

L’acronimo Fear Of Missing Out, traducibile in italiano con “paura di perdersi qualcosa”, fu introdotto, per la prima volta dall’imprenditore e studioso americano Patrick McGinnis in un articolo per la Harvard Business Review.

Con la parola FOMO, Patrick descriveva quello che vedeva accadere a lui e ai suoi compagni di corso: tutti a correre da un evento a un altro, con la paura di mancare a qualcosa di “imperdibile” e non stare al passo con gli altri. Tuttavia, secondo l’autore, “l’effetto FOMO” è una sensazione sempre esistita riconoscibile anche nel bambino che non vuole andare a dormire per non perdersi nulla di quello che succede attorno a lui. 

Il problema, di natura psicologica, nasce a causa dell’utilizzo massivo dei social network e con l’introduzione delle stories di Instagram che ci proiettano costantemente nelle vite altrui consentendoci un report quotidiano di ciò che fanno. Diventiamo così soggiogati dallo smartphone e dalla smania compulsiva di controllarlo, dalla frenesia di essere sempre connessi. Affetti dalla paura e dall’ansia che gli altri possano avere delle esperienze piacevoli da cui saremo esclusi e imbrigliati in un circolo vizioso, il paradosso della scelta: più possibilità ed eventi ci si presentano davanti e meno siamo in grado di decidere. 

Oggi siamo schiavi dell’apparenza ma soprattutto tendiamo a dimenticare che sui social mostriamo solo ciò che vogliamo che gli altri vedano e questo ci porta a sovrastimare la felicità e il successo delle persone che ci circondano.

Che fare, allora? Bisogna cambiare prospettiva!

Nasce così la JOMO, “Joy of Missing Out”, la “gioia di perdersi qualcosa”, ovvero il piacere di godersi le proprie attività e il tempo presente senza preoccuparsi di quello che facciano le altre persone. 

Focalizzarsi sul “qui e ora” ti consente di sentire la vita!

Gianluca Gotto, un viaggiatore, scrittore e nomade digitale, racconta: 

Un giorno chiesero al Buddha: “Cosa ti ha dato la meditazione?”

Egli rispose: “Nulla. Però mi ha tolto paura, rabbia, ansia e stress.”

E nel suo libro “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” spiega proprio il principio secondo il quale dovremmo imparare a togliere anziché aggiungere perché meno sofferenza significa più felicità. Meditare aiutare a placare la nostra scimmia impazzita apprezzando così la gioia del momento presente, l’unica cosa che davvero possediamo. Perché la vita non va pensata, va vissuta attimo dopo attimo.

Ritrova, quindi, il ritmo lento della JOMO, ascolta il tuo corpo e i suoi bisogni, silenzia il telefono, disintossicati dai social e allontana da te il senso di inadeguatezza.

Ogni persona è unica perché fa, dice e pensa ciò che vuole…

Giuliana Monaco
| giudamiky23@gmail.com